Notule

 

 

(A cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XVII – 13 giugno 2020.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]

 

La sete evocata con l’immaginazione ha favorito 3 nuove importanti acquisizioni. In assenza di uno stimolo fisiologico, l’uso dell’immaginazione per evocare la sete fornisce un mezzo efficace per indagare mediante fMRI lo stato soggettivo legato al bisogno naturale di bere. Pascal Saker e colleghi, con tale strategia, hanno accertato che 1) l’esperienza della sete può essere dissociata dallo stimolo fisiologico prodotto da variazioni chimiche ematiche; 2) la rete di regioni cerebrali associate alla sensazione di sete include aree implicate nel comportamento di assunzione di liquidi; 3) la connettività funzionale tra l’insula e la corteccia cingolata media anteriore sembra essere necessaria per generare l’esperienza della sete. [Cfr. Pascal Saker et al., PNAS USA – AOP doi: 10.1073/pnas.2002825117, 2020].

 

L’intestino distingue e preferisce il glucosio ai dolcificanti e lo comunica al cervello. Tutti gli animali usano il glucosio per produrre energia, per questo non sorprende che nell’evoluzione dei mammiferi si sia affermata la preferenza per lo zucchero rispetto ai dolcificanti, ma, siccome la ricerca ha dimostrato che non si tratta di una semplice preferenza gustativa, perché non si elimina in assenza dei recettori per il gusto dolce dello zucchero, T1R2 e T1R3, ci si è chiesto con quale meccanismo l’organismo operi la distinzione. Tan e colleghi hanno scoperto una connessione intestino-cervello nel topo. Un gruppo di cellule esprimenti SGLT1 (il principale trasportatore intestinale di glucosio) segnala la presenza del glucosio nell’intestino a una popolazione di neuroni cNST, che media la formazione della preferenza per il monosaccaride naturale. Siccome questa via non è attivata da alcun dolcificante artificiale, è sufficiente a spiegare la preferenza. [Bray N. A gut instinct for glucose. Nature Reviews Neuroscience 21, 301, 2020].

 

Base cerebrale del disturbo che porta a non riconoscere come proprio un arto e chiederne l’amputazione. La dolorosa realtà di questo disturbo denominato Body Integrity Disforia (BID) è stata affrontata in passato in chiave psicologica, ma l’individuazione di precise alterazioni corticali potrebbe migliorarne il trattamento. Saetta e colleghi, mediante MRI, hanno studiato le differenze strutturali e funzionali della corteccia cerebrale di 16 uomini affetti da BID con estraneità per la gamba sinistra. La corteccia sensomotoria corrispondente alla “gamba estranea” presentava una connettività funzionale ridotta rispetto alla norma, e le aree premotorie che integrano le informazioni sensoriali multimodali erano atrofiche. Il lobulo parietale superiore di destra – nella regione di rappresentazione dell’immagine del corpo – presentava anomalie strutturali e funzionali, e l’entità della sua atrofia era proporzionale al desiderio di amputazione. [Natasha Bray, et al. Nature Reviews Neuroscience – AOP doi: 10.1038/s41583-020-0318-y, 2020].

 

Influenza dell’abitudine sulla discriminazione degli odori studiata con un algoritmo. L’esposizione continua e ripetuta ad uno stimolo induce, come effetto di “abitudine”, la riduzione di risposta a quel particolare stimolo. Tipica, per l’olfatto, la presenza di un odore troppo intenso o sgradevole che, dopo un periodo prolungato di permanenza, non si avverte più. Questo fenomeno, talvolta reso in italiano con il neologismo “abituazione” (da habituation), costituisce una forma di apprendimento implicito che consente al cervello di ridurre l’impegno dei circuiti nell’elaborazione di un percetto trascurabile, per poter riservare risorse al rilievo di eventuali segnali percettivi con valore biologico per l’organismo.

Yang Shen e colleghi hanno creato un algoritmo neurale per l’abitudine agli odori basato sulla fisiologia del circuito olfattivo – evoluzionisticamente conservato – del moscerino della frutta. Con tale algoritmo hanno accertato e dimostrato che l’abitudine migliora la capacità di distinzione fra due odori simili e accresce la sensibilità per gli stimoli aromatici rilevanti, sottraendo come “rumore di fondo” le informazioni olfattorie derivate dallo stimolo che ha indotto abitudine. [Cfr. Yang Shen et al., PNAS USA – AOP doi: 10.1073/pnas.1915252117, 2020].

 

Scoperto un meccanismo col quale il cervello controlla la milza nella risposta immunitaria. Ormai da decenni siamo familiari all’idea di una reciproca influenza fra sistema nervoso e sistema immunitario, ma sui processi che realizzano i collegamenti si conosce ancora poco. La milza è la sede dell’avvio della risposta immunitaria adattativa, con la presentazione dell’antigene, l’attivazione delle cellule T e la differenziazione delle cellule B in plasmacellule spleniche producenti anticorpi (SPPC). Queste attività sono modulate da segnalazione noradrenergica via sistema nervoso autonomo e sono sotto controllo cerebrale top-down. Zhang e colleghi hanno scoperto i costituenti essenziali di questa via diretta cervello-milza nel topo. [Zhang X. et al. Nature – AOP doi: 10.1038/s41586-020-2235-, 2020].

 

Coronavirus: il caso particolare della Lombardia va indagato da tutti i punti di vista. La particolarità del caso della Lombardia, che riteniamo strettamente connessa alle sorti delle altre regioni italiane più colpite, merita un’analisi accurata delle cause da ogni punto di vista, come stiamo segnalando fin dall’inizio dello stato di emergenza sanitaria. Una proporzione tanto diversa e così costantemente più grave potrebbe avere origine dal concorso di più fattori, da definire con assoluta precisione e tempestività per un migliore contenimento locale, per sapere come evitare casi simili e, soprattutto, per scongiurare la ripresa della strage in autunno. Mentre scriviamo – 12 giugno – sono aumentati i nuovi casi lombardi, ancora una volta in controtendenza con il resto del paese: 272 contagi nelle ultime 24 ore in Lombardia, ossia quasi il 70% dei 393 totali in Italia; gli ammalati in codesta regione sono 17024, cioè quasi 6 volte quelli del Piemonte, che è la seconda per numero di casi, 50 volte il numero dei positivi in Campania e 1418 volte gli ammalati della Basilicata.

Xianding Deng, con oltre 50 colleghi provenienti da 24 diversi istituti scientifici statunitensi, ha condotto uno studio genomico sulle varianti di SARS-CoV-2 nell’attuale epidemia nella California Settentrionale, per accertare se l’elevato numero di casi – il 4 maggio la California aveva raggiunto già i 50.000 ammalati – fosse da mettersi in relazione con l’introduzione di più di una variante del virus. L’analisi filogenetica ha rivelato che sono state introdotte cripticamente almeno 7 linee differenti di SARS-CoV-2 dall’esterno dello Stato, inclusi dei ceppi WA1 associati allo Stato di Washington, e ha accertato l’assenza di predominanza di un particolare ceppo virale sugli altri. In breve, tutto quanto emerso dallo studio, dicono gli stessi autori, suggerisce la necessità di restrizione dei viaggi, distanziamento sociale, accurata identificazione e isolamento di tutte le persone venute in contatto con i contagiati.

Dall’inizio della pandemia, gli ammalati accertati in Lombardia entro la sera del 12 giugno sono stati 91204.

Per la Lombardia, la riapertura ai viaggi in tutta Italia e da tutta l’Italia, come per altre regioni con elevato tasso di malati e nuovi contagi, è stata imprudente: la pandemia non è finita e ora sappiamo per certo che si è sviluppata attraverso la mobilità degli asintomatici, come ha confermato lo scoppiare dell’epidemia in paesi avvertiti da mesi dalle prime nazioni colpite e organizzati con termoscanner per lo screening dei viaggiatori ammalati. [Cfr. Deng X., et al. – AOP doi: 10.1126/science.abb9263, 2020].

 

Notule

BM&L-13 giugno 2020

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